Raccogliamo tutti l'invito del regista iraniano Asghar Farhadi.
Io lo faccio offrendo questa poesia:
LE PIAZZE DELL'IRAN
ai margini
guardare solo ai pensieri
non visibili o ciechi
la notte il giorno la notte
la notte in buio aperto
conosciuto
e il sole non appare
velato.
Tutto velo
si lascia andare l’udito
che ci porta
terra che si muove sempre
in assestarsi
raggrumare e accatastare
udire la calda
vecchiaia
nel ventre.
Attaccarmi
arresto
piazza
vicine
manifesti
scontati.
Riannodare la treccia.
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