04/11/17

COME NASCE LA "FOTOGRAFIA ESTESA"



Ecco uno dei primi suggerimenti del progetto che ho chiamato "la fotografia estesa" e che è realizzato in collaborazione con il pittore Raffaele Santillo. Spesso ci siamo trovati a condividere simili opinioni sulle immagini poiché è frequente che, tecnicamente, iniziamo entrambi da fotografie trovate per creare qualcosa di diverso. Lui con la pittura.
Così, si manifestano realtà assurde, si mette in scena ciò che è altro da noi. Ma attraverso i nostri punti di diversità - di distanza invece che di contatto - si elabora un nuovo linguaggio. Che credo  universale, come una sorta di esperanto - ma con le immagini.
Le nostre sequenze sono quindi possibili solo nello scambiarci di continuo un'immagine che evolve perché ciascuno interviene in modo indipendente ma anche considerando l'apporto dell'altro. E' il lavoro che comunque faremmo se fossimo da soli poiché partiamo, appunto, da immagini già esistenti. Il passaggio a un procedimento successivo, qui è possibile proprio per questa interazione, o ancora meglio: per l'attesa nel riavere l'immagine precedentemente ceduta, e per il suo successivo nuovo abbandono consapevole.
Con l'inaugurazione collettiva del festival Orchestrazione di quest'anno (dalle 18.30 del 4-11-17, presso la galleria d'arte Ai Molini di Portogruaro -VE-), abbiamo trovato la scusa per sbrigarci nel portare a termine alcune prime proposte. Ciascun lavoro è a tal punto suscettibile di continue rimaneggiamenti che dovremo dedicare a questo progetto un'intera mostra a sé.
Quando ho visto i primi lavori, mi sono meravigliato, perché il risultato trasmette proprio quanto io avrei da sempre voluto evocare ma che da solo non riuscivo in modo così esaustivo.
Quindi, nell’affrontare un disorientamento nel disconoscere e riconoscere in continuo l’immagine e nella fiducia verso il collega a cui si affida il proprio lavoro, l’autore potrà ottenere la manifestazione di un aggregato che sia a lui appartenente e al contempo sconosciuto: l’ospite estraneo.

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