Ho trascorso gli ultimi giorni senza il mio computer; ho dovuto aspettare per sostituire un pezzo rotto. Quindi, sono stato obbligato ad attendere per poter ripartire. Nell'immaginazione potrebbe essere come in un film in bianco e nero: durante un viaggio, il protagonista deve attendere nel motel perché gli sostituiscano un pezzo del motore, per poter riprendere l'autostrada verso ovest (o verso est). Verso la direzione opposta, insomma. Ho atteso, allora, come in un film anni '50, che venissi raggiunto dal mio inseguitore e che mi dovessi nascondere o fuggire nel deserto. In quelle pellicole la resa dei conti è quasi sempre nella zona desertica degli USA.
Tuttavia, non è arrivato nessuno, né ho trovato una scusa per uscire domenica, un pomeriggio assolato come non se ne vedeva da un pezzo. Solo Dizio, qualche giorno fa, mi ha cercato, ma usando internet. Sono rimasto fermo, in un certo modo preparato a chissà cosa; allora me ne sono andato da solo, in mezzo ai campi a perlustrare vecchi ricordi di esplorazioni, di quand'ero un bambino. Molto è ovviamente cambiato, sostituito con capannoni; mi sento sciocco per essere rincasato premiato perché ho trovato una fotografia, per terra. Il giorno dopo, mi sono divertito di più uscendo con le mie nipotine.
Ho finalmente seguito il consiglio: "vai mai al fiume? dovresti staccare e andare un po' al fiume".
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