Dopodomani sarà Natale, una data davvero significativa per me visto che ho pubblicato un libro che mette il Vangelo e le parole di Gesù al centro di tutte le riflessioni. Mi guardo attorno e dal web si affollano appuntamenti legati al Natale che offrono esperienze proposte da gruppi di persone fedeli a un principio spirituale di cui intendono condividere il massimo beneficio. Tutto si basa sulla convinzione che nei periodi in cui ricorre l’anniversario della nascita di una figura spirituale elevata si possono trarre eccezionali riscontri in misura di quanto si prega, medita o si compiono cerimonie dedicate.
Ovviamente tale approccio è meraviglioso perché ogni spinta verso l’alto è sempre promotrice di una crescita; inoltre, chiunque pratichi il Vangelo (come trattato nel mio libro) considera Gesù come uno dei Maestri essenziali. Malgrado ciò, senza criticare, vorrei far notare che questa prassi di far qualcosa (anche di spirituale) per avere qualcosa in cambio è ancora un agire con la mentalità economica e mondana di cui abbiamo già accennato nel precedente post. La quale, paradossalmente, viene considerata l’ostacolo che si vorrebbe scavalcare proprio tramite quel cammino spirituale.
Fare qualcosa, donare la propria devozione con l’obiettivo di guadagnarci pare anche a voi che allontani invece dal Cristo? Ripeto, qui non si vuole condannare, anche perché chi si comporta in tale modo lo fa con convinzione e pure con fede; ma può essere questa, la fede che ci permetterà di andare oltre la realtà caratterizzata dal dare e avere?
Anche nel mondo cristiano più tradizionale, in questi giorni ci si riunisce per celebrare l’avvenimento, e di certo si pregherà per un nuovo anno migliore rispetto a quello che sta finendo. Ma desidereremo che questo miglioramento avvenga chiedendo un aiuto straordinario al di fuori di noi oppure proveremo a volerlo considerandoci noi quell’evento speciale, unico, vibrazionale, extraterrestre, angelico, salto-quantistico, benedetto, splendente, illuminato che creerà la differenza?
Buon Natale!
Buon natale innanzi tutto, la regola da non trasformare in una epiteto. Molti guardano fuori dalla finestra ogni giorno e non scorgono un nuovo giorno ma lo steso giorno di ieri. La vita sembra fatta di giorni sempre uguali e la differenza non siamo neanche noi. Mi fa specie vedere giovani ragazzi che protestano per tornare a scuola, considerando la loro presenza come qualcosa di speciale. Sono qui e ora. ho bisogno del professore, perché sono senza genitori. La morte del relazionismo. Una volta si diceva -Pane e cravatta- alludendo a qualcosa che oggi è scomparso. Il senso di fiducia e la relazione interpersonale.
RispondiEliminaOk ...basta funambolismi, e bella la foto fatta sul lido di Staranzano. A presto....