I grandi Maestri della Storia non ci parlano del passato ma di come risolvere i dubbi sul futuro. Essi mettono a disposizione una conoscenza che evidentemente non si ferma a quello che si muove attorno a noi, perché altrimenti sarebbe una conoscenza rivolta a ciò che muta con il passare del tempo e delle abitudini. La conoscenza che propongono intercetta quello che non cambia, che sta più nel profondo, che riguarda noi al di là dei cambiamenti e dei condizionamenti. Una presenza di assoluto nelle nostra realtà transitoria…
Allora l’accettare quanto capita nella vita non significa un rassegnarsi, non significa un essere contenti per quello che ci succede senza avere aspettative o desideri. La vera accettazione, che ci lancia nel futuro come raccontato dai Maestri, è possibile quando gli eventi della propria vita sono sentiti come ideali, tagliati su misura per ciascuno di noi anche se non dovessimo riuscire a decifrarli o valutarli. Anzi, meno ne diamo una spiegazione e più viene facile viverli e lasciare che accompagnino al prossimo capitolo della nostra vita. La quale, in questo modo, è un susseguirsi di esperienze imprevedibili e fuori programma. La persona che permette alla vita di indicarle la strada secondo quest’unica (non) regola è una persona che ama l’imprevedibilità e che si aspetta che la vita, non potendo essere già definita, sia scevra da destini e oppressioni. Un’avventura. Una sorpresa. Liberi anche dal dover per forza capire tutto e tenere tutto sotto controllo come se fossimo noi a essere gli unici, da soli, a portare sulle spalle l’esito di ogni cosa. Liberi allora, di seguire soltanto ciò che amiamo e amiamo fare, come se fossero la bussola da seguire, le molliche di pane per riportarci a casa. Alla sorgente. Assaporiamo insieme l’esperienza di una di queste avventuriere, Linda, grazie al suo blog “Riequilibrarsi” e che io ho conosciuto perché è una delle prime lettrici del libro che ho scritto, il Vangelo Pratico.
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