Ho aggiunto un'altra nuova pagina
al mio blog, si chiama "shop". E' nata dalle riflessioni sui progetti
delle mie nuove performance che mi hanno portato a pensare a quanto sia
importante la condivisione nei miei lavori: ho una enorme quantità di foto che
invece rimangono solo per accumulo. Per queste foto non ho più un interesse ben
riconoscibile, sono servite per miei studi o test su pellicole e macchine
fotografiche, alcune hanno contribuito a comporre altre immagini. Quindi,
rimanevano accantonate seppure hanno contribuito a qualcosa e mi sono state
utili, o lo sono ancora in un qualche modo approssimativo. Così, ho creato
quello spazio per renderle fruibili. Voglio che abbiano un valore, che non
siano considerate erroneamente degli scarti, e allora hanno avuto ognuna un
prezzo di vendita. Ma in tutto questo programma non avevo messo al centro il
fatto che qualcuno le avrebbe poi acquistate, cosa che sta invece succedendo,
ma il metterle a disposizione, farle circolare. Le cifre sono piccole, ma
sufficienti per coprirmi le spese fisse.
La mia idea era quella di mettere
un po' d'ordine perché stavo sempre con il pensiero che avrei perso le tracce
di qualcosa, che non potrei trattenere e ricordare tutto; oltre al rischio
della trascuratezza c'è da considerare che ho anche perso un sacco di materiale
nell'attesa di utilizzarlo al meglio, rompendo un hard disk. Anzi, proprio
questa atmosfera di incompletezza, di messo da parte, di qualcosa insomma che
sta lì in attesa di un mio intervento, di una mia considerazione finiva in
realtà per limitarmi, appesantirmi piuttosto che arricchirmi e darmi stimoli in
più... Così, una parte l'ho buttata e un'altra l'ho messa in ordine in gruppi.
Personalmente, trovo molto
stimolante questa operazione perché il liberarmi di quanto potrei considerare
superfluo o non più utile era stato in passato profondamente deleterio, invece;
mentre oggi mi ravviva. Era stato deleterio perché lo vivevo in un modo
fondamentalmente differente: il prepararmi ad una vita senza aver bisogno di
nulla, senza alcuna saldezza o cura. Stavo per dedicarmi alla vita di un
barbone e ci sono riuscito, per un lungo periodo ho pensato di essere del tutto
slacciato e alleggerito. In realtà, non ho fatto che accumulare: il liberarmi
dal rendere conto alle\delle cose si era dimostrato, a contrario, lasciare che
queste avessero un peso. E questo capitava proprio perché non ricercando punti
fermi, qualsiasi cosa, anche mentale, poteva disperdersi facilmente e pertanto
me ne attaccavo. Tutto l'opposto di ora che invece, paradossalmente, le cose
amplificano la loro importanza (il loro posto nel mondo anche) nel lasciarle
andare, dividendole con altri.
Vedi ad esempio, la
collaborazione con l'artista Marinella Senatore che ospita una traccia audio di
Kriptoscopia per il suo progetto Estman Radio, all'interno di una mostra alla
Kunst Halle di San Gallo.
Perlomeno, ora ci guadagno nel
vedere con più agilità ciò che voglio e come ottenerlo. Amen.
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